Dislessia: come "curarla"? I falsi miti da sfatare
Oct 30, 2017Il primo mito che voglio sfatare, il più grave e comune errore che si incontra parlando di dislessia, è quello che ti fa credere che essa sia una malattia da “curare”!
Questa impostazione è completamente errata ed è scientificamente provato!
Ti assicuro infatti che non è così e se vuoi avere maggiori informazioni c’è un articolo del blog che parla proprio di cos’è la dislessia (e di cosa non è!).
Ma quali sono gli altri falsi miti che alimentano soprattutto nei genitori e negli insegnanti alcune credenze sbagliate sulla dislessia?
Ne parliamo approfonditamente in questo articolo:
Inoltre il sistema scolastico, per supportare questi ragazzi nello studio, utilizza lo stesso metodo che mette in atto con tutti gli altri studenti, affiancato dai cosiddetti “Strumenti Compensativi” che, invece di risolvere definitivamente le difficoltà degli studenti, servono principalmente ad evitare il problema con soluzioni temporanee.
Nell’articolo farò anche 2 esempi di strumenti compensativi e strategie di insegnamento che non servono a tuo figlio:
...e li metto a confronto con le soluzioni alle quali puoi accedere attraverso il metodo Dysway.
È solo svogliato!
Se hai un figlio dislessico sarai esausta di sentire questa frase! Esiste infatti la convinzione comune a molti che i bambini con disturbi dell’apprendimento (DSA) siano pigri e non abbiano voglia di impegnarsi.
Certamente è molto frequente che, in seguito alle frustrazioni continue che vivono, i ragazzi dislessici manifestino rassegnazione e rifiuto per i compiti, per la lettura e per tutte le altre attività che riguardano la scuola.
Questa situazione non è provocata dal disturbo specifico (dislessia, disgrafia o disortografia), piuttosto dalle conseguenze negative che l’alunno vive nella vita di tutti i giorni!
Immagina come ti sentiresti se ogni volta che leggi qualcosaci mettessi un tempo infinito, ti dovessi concentrare strenuamente e in modo del tutto innaturale sul suono delle parole, o se per capire il significato di una frase dovessi leggerla almeno 15 volte.
Ora prova a metterti nei panni di un bambino dislessico che viene chiamato a leggere davanti ai suoi compagni di classe col timore di essere ridicolizzato per la sua lentezza.
Purtroppo, in queste circostanze di forte stress è molto probabile che il bambino sviluppi antipatia e rifiuto per la scuola.
Banalizzare tutto con un’etichetta di “svogliato” o “pigro”, quindi, non può che peggiorare le cose!
È necessario ricorrere a medicinali?
Assolutamente no! E diffida di tutti quelli che ti consigliano il contrario!
I disturbi dell’apprendimento NON possono essere trattati con medicinali e non vi sono trattamenti medici.
Piuttosto, è necessario dare informazioni su cosa è davvero la dislessia e soprattutto su cosa NON è (e cioè una malattia), e dare a genitori ed insegnanti il metodo specifico per non aggravare le difficoltà dei ragazzi, che possono avere anche gravi ripercussioni psicologiche in età adulta.
Questione di intelligenza… assolutamente no!
Un bambino con disturbo specifico dell’apprendimento è intellettivamente normale. Anzi, spesso ha un quoziente intellettivo sopra la media.
Quindi la dislessia non è una questione di intelligenza, ma un disturbo causato da un’alterazione funzionale di determinati gruppi di neuroni che sono coinvolti nell’apprendimento di abilità specifiche (come la lettura).
Ricorda inoltre che una condizione necessaria per emettere una corretta certificazione di dislessia è infatti quella che il bambino o il ragazzo deve avere un QI nella norma. In caso contrario la diagnosi di qualsiasi DSA non può essere emessa.
Oltretutto, studi al riguardo indicano che circa il 33% dei soggetti con DSA possiedono talenti innati: personaggi famosi quali Tom Cruise o John Lennon pare siano, o siano stati, dislessici.
Tu: “Come si fa allora a cambiare le cose e a creare una corretta informazione sulla dislessia e i DSA?”
Purtroppo non è facile e le prime difficoltà, a discapito dei ragazzi, si materializzano a scuola. Questo perché il sistema scolastico, invece di puntare a dare un metodo specifico in grado di soddisfare le esigenze degli studenti dislessici, fornisce solamente strumenti.
Strumenti compensativi che sono utili, ma non sono risolutivi.
Fallo al posto mio
Una delle cosiddette “stampelle dell’apprendimento” che mette in atto di solito il dislessico è farsi leggere o scrivere da altri.
A scuola l’utilizzo di strumenti compensativi come file audio e video, non fa altro che rinforzare questa modalità, che non risolve il problema (il dislessico non impara a leggere meglio), condiziona solo il suo comportamento.
Un comportamento che se non viene corretto immediatamente, determina una “incapacità” per tutto il resto della vita.
Il metodo Dysway fornisce la soluzione definitiva, attraverso il metodo di lettura specifico per dislessici, per comprendere ciò che è scritto nei testi e ricordarlo facilmente.
Forte Concentrazione
Molte persone considerano la concentrazione come un’abilità positiva e con i dislessici l’incoraggiamento è sempre quello a “concentrarsi di più”...
Ma di tutte le soluzioni obbligate che i dislessici escogitano, forse la peggiore è la “troppa concentrazione”. Più la concentrazione è alta, più la lettura risulta faticosa, al limite del “dolore”.
Sapevi che il dislessico quando è concentrato entra in una specie di trance? È come se si isolasse dal resto del mondo mettendo tutto il proprio impegno e la propria Consapevolezza nella lettura, ma senza riuscirci.
E questa situazione è aggravata dal fatto che per accedere al significato profondo del testo il dislessico lo rileggerà più e più volte.
La conseguenza finale, nella maggioranza dei casi, è una gran confusione, mal di testa e veramente, veramente poca voglia di leggere ancora…
Per questo ho creato il metodo Dysway per le diverse tipologie di testo, in modo da raggiungere velocità di lettura “impressionanti” rispetto alla norma e addirittura con un gran soddisfazione e sensazione di piacere nella lettura...
Scopri il programma completo del Corso Dysway, il metodo di studio specifico per dislessici.